Giardinaggio

A scuola di landscape design con Piet Oudolf

A Bergamo, all’International Meeting de ‘I maestri del Paesaggio 2018’ c’eravamo anche noi di CasaFacile e abbiamo abbiamo incontrato l’olandese Piet Oudolf, che è considerato il paesaggista più influente degli ultimi 20 anni.

La prossima edizione de 'I maestri del Paesaggio' sarà dal 6 al 22 settembre 2019, ma nel frattempo la nostra inviata green Silvia Magnano ci racconta quello che ha imparato da Piet Oudolf.

 

Da oltre 30 anni Piet Oudolf progetta giardini dall’aspetto wild con piante perenni e graminacee che sperimenta nel suo giardino-vivaio a Hummelo, in Olanda. Una ricerca costante che gli ha consentito di sviluppare un gusto unico nell’abbinare le piante. Di ciascuna specie Oudolf conosce a fondo
il ciclo di vita, le cromie stagionali e persino le reazioni dinamiche alla brezza!

Tra i suoi lavori spiccano il Lurie Garden di Chicago, l’High Line di New York, il Giardino delle Vergini alla Biennale di Venezia, fino alla recente Biblioteca degli alberi a Milano, in zona Porta Nuova.

Cosa c’è alla base della sua filosofia progettuale?
'Lo spirito libero della prateria accarezzata dal vento'.

Come progettare un giardino spontaneo in cui questa immagine evocativa diventi realtà?
Programmando tutto a tavolino! Nei giardini spontanei, per paradosso, niente è lì per caso, tutto è progettato nel dettaglio. È una questione di modifiche e controllo costante. All'inizio si studia luogo e clima, informazioni che servono a prevedere come evolverà il giardino con l’avanzare delle stagioni. Perché il giardino stesso ha tante cose da dire, durante l’autunno regalerà semi, colori caldi e i resti dell’abbondanza estiva. Tutte le piante devono fare la loro parte all’interno di un disegno. Se invece il giardino diventa caotico e incolto, significa che qualcosa è andato storto.

 

Il paesaggista olandese è anche un instancabile viaggiatore, divulgatore, fotografo (scatta lui le foto per i suoi libri) e un abile disegnatore. I suoi progetti
su carta, fatti rigorosamente a mano, sono tavolozze astratte, puzzle dai variopinti tasselli vegetali.

Gli chiediamo di raccontarci qualche errore da ‘umano giardiniere’.
Ride e spiega che ha avuto molte sconfitte ma la cosa che lo ha aiutato di più a superare i momenti duri è stata la condivisione con amici e collaboratori.

Le sue piante preferite?
Non amo solo le perenni ma adoro gli iris, le peonie e la timida Lunaria annua,
la piantina che meglio non potrebbe rappresentare l’Oudolf-pensiero: quando i fiori svaniscono e pensi che il meglio sia alle spalle, ecco che arriva il colpo di scena con i semi dentro i baccelli piatti e argentati (le ‘monete del Papa’). Perché il giardino ti deve stupire... sempre.

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Silvia Magnano