Il décor separa idealmente il salotto dalla
sala da pranzo in 2 fasce: parquet e pareti grigie nella prima, damier e carta Nuvole
[Cole&Son] nella seconda.
La sala da pranzo è una sorta di wunderkammer che lega pezzi vintage di spiccata personalità, dalle sedie alla cassettiera industrial con le ante a ribalta. Se
ti stai chiedendo dove trovare arredi simili, cerca [Cordero Antichità], [El Pegolot], [Sestini e Corti]. Aggiunge uno ’svolazzo’
grafico il lampadario Vertigo [Petite Friture]. La porta d’ingresso è integrata al vano scala: il giallo [simile a Babouche, Farrow&Ball] ne sottolinea le modanature e viene ripreso sulla parete di fondo. Bello il tricolor: la ringhiera è nera.
Il divano può essere un oggetto che fa scena da sé: modello Ploum [Ligne Roset]. Il classico cestino di metallo può diventare l’alcova giusta per esporre piccoli libri o oggetti décor. Un’idea simile (ma più articolata) è Hanging Shelf [Madam Stoltz]. Al centro, il coffee table è realizzato su disegno:
i profili in ferro montano le ruote, il piano chiude un cestone contenitore. In fondo, luce Pipistrello disegnata nel 1965 da Gae Aulenti [Martinelli Luce].
Nello spazio luminoso della veranda, Stéphanie ha allestito la sua postazione ufficio su una sequenza di tavoli in ferro.
Intorno, qualche idea DIY: le cassette di legno fissate a parete, il coffee table foderato con un tessuto afro, la composizione di
rami d’albero sbiancati. I pochi metri quadri lo spazio della cucina: essenziale e a
strategie low budget.
Il seminterrato non manca di comfort:
le assi isolano e ridipinte con la pittura Pitch Black [Farrow&Ball] si caricano di charme e ispessiscono il rosa. Per dare ritmo visivo, luci e pile di libri raddoppiano.
Il giallo e il blu caratterizzano la camera e il bagno, ricchi di fanrasie e tessuti africani. Per il pavimento? un vinilico della collezione Exclusive 260 Graphic [Tarkett].
Metti un vecchio mulino non lontano da Parigi, la creatività di una ex art director che ama il vintage e i tessuti africani. Il risultato è un mix di colore e allegria!
Dopo aver trascorso anni intensi e meravigliosi nel cuore della campagna dell’Île-de-France, l’ex art director Stéphanie Rottée-Lesné ha esaudito il desiderio, condiviso dal marito e dalla figlia, di vivere alle porte di Parigi.
La possibilità di godere della tranquillità della periferia e di partecipare all’iper-creatività di Parigi si è concretizzata con l’acquisto di un mulino del 1900, abbastanza grande per ospitare lo studio di Stéphanie e i mobili su misura creati per il suo nuovo marchio di arredi e accessori, La Mauvaise Réputation. Qui, la tipica eleganza francese si sposa con alcuni pezzi da mercatino rivisitati in chiave pop.
Il mulino conserva molto del suo vecchio fascino grazie ai materiali. I proprietari hanno mantenuto le cementine della sala (nonostante le condizioni pietose di partenza), il parquet, le maniglie delle porte, la scala e la porta d’ingresso. La cucina è un minuscolo vano arredato con mobili taglia XS, targhe e ceramiche vintage rigorosamente originali.
Tutti gli interni dell’ex mulino sono caratterizzati dai pattern e dai tessuti vivaci che Stéphanie sceglie per confezionare cuscini e copriletti o per rivestire tavoli, sgabelli, poltrone, testiere, e persino il mobiletto del bagno. I tessuti provengono dal quartiere africano Château Rouge di Parigi, una miniera d’ispirazione anche per i giovani stilisti!.