Scelta tradizionale ma non ovvia, perché lo specchio è sì vintage, ma non firmato. «I grandi modelli con cornice in legno sono tornati di moda -dice Bill- e si trovano nei mercatini. Da soli decorano una parete e... costano poco!»
La poltrona in pelle con poggiapiedi. «Che la si scelga firmata o anonima -raccomanda Bill- deve avere forme aerodinamiche (come i sedili delle auto Anni ’50) e gambe tubolari».
Un inatteso color ciclamino è stato scelto da Bill per far risaltare con forza alcuni elementi, come le canne fumarie lucide cui si sovrappone il paravento geometrico, recuperato da un negozio. Vero pezzo d’autore invece è la raggiera di Curtis Jere, pseudonimo di una celebre coppia di artisti degli Anni ’60 (curtisjereart.com).
La scritta Love è di Robert Indiana, che la creò nel ’65 come cartolina di Natale per il MoMa di NY! Da allora è stata poi riprodotta milioni di volte: una versione a specchio sagomato è di Seletti (€196). Bill ama le sedute di Charles & Ray Eames (qui la Lounge Chair LCM, Vitra €739): «Sono ergonomiche, oltre che belle: per gli Eames la postura era fondamentale. Non tutti i designer sono così attenti. Per alcuni conta solo la forma».
Altro cult Anni ’50: la lampada a stelo sottile, spesso orientabile. Se ne hai già una vintage in casa o vuoi comprarla, verifica che funzioni ancora in modo sicuro. L’attacco per le lampadine a incandescenza, ormai in disuso, è compatibile per le fluorescenti con attacco E 27 o E 14.
Bill è un inguaribile fan degli Anni Cinquanta. E nel suo micro-loft ama mixare pezzi originali dell’epoca usando come sfondo pareti dai colori forti. Scopriamo insieme i suoi trucchi di stile?
Non capita tutti i giorni di poter entrare a curiosare nella casa di un vero intenditore di modernariato. Bill Kuijpers, appassionato di quella che è considerata l’epoca d’oro del design (i cosiddetti Fab Fifties), nel suo appartamento di Anversa ha messo insieme gli oggetti che ama di più, riuscendo ad abbinarli in modo perfetto con altri pezzi che provengono dagli Anni ’60 e ’70. Per fare convivere al meglio mobili e complementi dalla personalità tanto spiccata, Bill sulle pareti ha osato colori decisi, che fanno risaltare il tutto e -cosa importantissima- lo riempiono di allegria: «Da queste parti il cielo spesso è coperto, i toni vivaci danno luminosità all’interno». Per usare la sua espressione, Bill ha compiuto «una vera metamorfosi» in questi locali, che una volta erano bui (l’appartamento è stato ricavato negli ex-uffici di una Compagnia Marittima) e avevano «bisogno di vita». Per l’arredo, il suo punto di partenza è stato il design vintage che, per molti anni, da passione era riuscito a trasformare in professione. Ad Anversa possedeva infatti il negozio Fiftie Fiftie, da lui aperto per diffondere l’amore per le belle cose di un tempo. Non solo: «Dal 1997 -ci dice- sono stato tra i primi a vendere arredamento vintage sul web! Così sono entrato in contatto con clienti americani e ho cominciato a varcare l’oceano, a caccia di oggetti Anni ’50». Una caratteristica di Bill? È attratto soltanto dai mobili autentici, ‘firmati’ o anonimi che siano, perché sostiene che «É meglio spendere un po’ di più per avere l’originale, le riproduzioni non hanno valore e non lo capitalizzano nel tempo!».