Gli arredi sono per la maggior parte pezzi di famiglia che si inseriscono in una cornice architettonica che ha stravolto il layout Anni ’60. La libreria invece è degli ex proprietari: l’hanno lasciata nella casa e Francesca l’ha prontamente recuperata.
«Non volevo una cucina completamente aperta ma neanche chiusa: così ho pensato a questa finestra passavivande che permette anche di chiacchierare quando
si sta insieme, tra una zona e l’altra» racconta Francesca. Sedie Cab 412 di Mario Bellini, vintage [Cassina], sospensione Straight [Linea Light]. Parquet [Almafloor], cucina su disegno [Mason’s], pavimento Molitor [DSG Ceramiche], lampade sospensione su disegno, a parete Newton [Egoluce].
La cucina, seminascosta da un setto esistente parzialmente aperto, porta luce indiretta al corridoio d’ingresso tramite un’ulteriore apertura con vetro fisso.
Francesca Diano ha avuto un’idea: «Il bordeaux sottolinea i tramezzi preesistenti, il bianco puro
i volumi nuovi, ribassati e centrali, che contengono le zone di servizio, tutti gli altri sono beige grigio». Anche le strutture portanti, ovvero travi e pilastri, sono state riportate a vista, e come il bordeaux sottolineano la riconoscibilità delle parti preesistenti.
Dal lato della sala, il volume di un’area operativa in Dekton si incastra nell’apertura, concepita come un vecchio passavivande che crea un dialogo tra la materia delle superfici e il colore.
Per portare luce al bagno cieco, si è creato un taglio vetrato a ‘elle’ che ricrea una bella geometria sul lato salotto. Divano e poltrone [Minotti], lampada da terra Triedro di Joe Colombo per [Stilnovo] tutti vintage.
I due bagni non finestrati ricevono la luce indiretta da tagli netti in vetro opalino.
Nel bagno che serve la camera padronale la forma stretta e lunga è stata ben sfruttata: agli estremi, wc e bidet a sinistra, vasca a destra. Il mobile è una madia etnica che arriva dallo Sri Lanka).
Nella parte dei sanitari, traccia una nicchia che valorizza un gruppo di quadri. Un faretto centrale illumina la zona. Sanitari Comoda e lavabo Elegance Soft [Azzurra Ceramica], rubinetteria Gun [Jacuzzi], rivestimento Lume [Marazzi], pavimento Molitor [DSG Ceramiche].
In questa visuale si leggono perfettamente tutti i nuovi volumi di bagni e disimpegni ricavati lungo l’ex corridoio, che era un po’ la ‘spina dorsale’ dell’appartamento. Restano riconoscibili perché sono dei volumi bianchi, più bassi, che arrivano all’altezza delle travi. Per il passaggio degli impianti è stato creato un gradino di 17 cm che rialza sia i servizi
sia la zona delle camere
In bagno, il mobile [Ikea] è stato personalizzato rivestendolo con un piano di piastrelle bordato in metallo. Sanitari Comoda [Azzurra Ceramica], rubinetteria
Gun [Jacuzzi], pavimento Molitor [DSG Ceramiche]. Luci a incasso [Wever e Ducré].
Gli ex bagni unificati, diventano la nuova cameretta di Tilde. Traccia di questo cambiamento è la colonna di scarico, che rimane a vista tra le due finestre che portano un plus di luce naturale. L’ambiente è arredato con
pezzi transitori, che si adattano alle varie fasi di crescita. Irrinunciabile, per ora, la tenda teepee! Parquet [G&B Guerrini].
La camera, alle pareti è rivestita con un azzurro
carta da zucchero e a pavimento c’è una soffice moquette. Sopra il comò della nonna campeggiano due piccole tende giapponesi, di quelle che solitamente chiudono gli ingressi dei ristoranti. Un tocco super creativo! Moquette Grace [Besana Carpet Lab], applique [Mercatino Penelope].
Non che lo spazio mancasse ma... perché sprecarlo? Qui c'era un lungo corridoio che Francesca ha utilizzato per nuovi bagni e piccoli passaggi. Un'idea super, da copiare anche per mini case!
Francesca Diano ha un rigoroso approccio al progetto: «Ciò che ‘fa’ la casa non è l’arredo cool o costoso, ma gli spazi: se hanno il taglio giusto, se sono progettati con una logica sia architettonica sia decorativa, il risultato sarà una casa che apparirà equilibrata, funzionale e bella» racconta. Il suo è un appartamento a Milano, in zona Città Studi, in cui vive con il marito Stefano e la figlia Tilde.
Le scelte fatte
Il layout del 1960 è stato rivoluzionato. Come tutte le case di quel periodo, aveva un maxi corridoio con porte sui due lati: è stato eliminato per sfruttare la sua lunghezza e ricavare due bagni e i disimpegni. Il nuovo volume centrale è stato poi sottolineato da un ribassamento dei soffitti e da un uso originale del colore.
Il tocco di stile
«Sono contro le mode del momento: per questo quasi tutti gli arredi della casa sono di recupero. Il vintage è quel classico che non passa mai di moda» conclude Francesca.