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La seduta sospesa Bubble Chair

Bubble Chair, nata dal genio finlandese di Aarnio, è in realtà una rielaborazione della Ball Chair, altra sua inconfutabile icona.

È curioso come tante icone del design mutuino forme da solidi o figure geometriche pure. Forse per la capacità di rendere reale l’astratto. Bubble Chair, riprende la forma della Ball Chair, riposizionandola però idealmente in un altro habitat (l’outdoor) e sostituendo il piedistallo ‘Space Age’ con una catena in metallo, così da poterla appendere. La forma, la scocca sono le stesse, ma ci sono molte differenze, anche concettuali.

Se Bubble Chair, pensata nel 1963 e presentata nel 1966 (nell’amato materiale vetroresina con cuscinatura) è stata definita come ‘stanza nella stanza’, nido dove isolarsi anche in ambito domestico, Bubble chair diviene trasparente e appendibile e migra spontaneamente all’esterno, dialogando e non escludendo. Due icone-in-una praticamente, in un costante viaggio di andata e ritorno tra in&outdoor. Tanto che ancora oggi il posto ideale della Bubble è il terrazzo come il bow-window, ma anche il living, la camera da letto...

Dopo aver realizzato la sedia Ball Chair, desideravo avere in essa la luce, così mi è venuta l’idea di una struttura trasparente in cui la luce viene da tutte le direzioni. L’unico materiale adatto è l’acrilico, che viene scaldato e soffiato fino ad assumere la forma finale, come una bolla di sapone. (Eero Aarnio)

 

Designer: Eero Aarnio (Helsinki, 1932)
produttore: Eero Aarnio Originals
prezzo: € 3.995
progettata nel: 1968
idea: realizzare una seduta- nido, trasparente e aerea. materiali: struttura esterna in acrilico; barra in acciaio cromato; catena lunga 2 metri, anch’essa in acciaio (regge fino a 200 kg); cuscinatura in pelle bianca.
segni particolari: come ogni icona del design, anche la Bubble Chair è molto imitata. Su aarniooriginals.com trovi i rivenditori ufficiali dei prodotti di Aarnio.
curiosità: la Bubble Chair è stata spesso utilizzata nei film, di fantascienza e non. Ma compare anche nel video della canzone ‘Come Undone’ di Robbie Williams, con altre icone Sixties.

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