Icone del design

Icone del design: la sedia Superleggera 699

“Una buona sedia che si solleva con un dito e regga qualsiasi grassone” la definì il suo designer Gio Ponti

Superleggera, nome in codice 699. Una sedia ‘normale, sottile, conveniente’ come la descriveva Gio Ponti. Una sedia che deriva dalla magnifica e anonima tradizione italiana della Chiavarina. Una piccola architettura domestica, una ‘macchina per sedersi’ che ha richiesto anni per la messa a punto (dal 1951 al 1957!) e, da quando è apparsa, è stata spartiacque tra le sedie della tradizione e quelle contemporanee. Sezione triangolare delle gambe, assottigliate nei punti di raccordo («In penombra», disse Gio Ponti, «sarà ancora più leggera perché sembrerà reggersi solo su due gambe»), canna per la seduta, riduzione al minimo della struttura per un sorprendente peso di 1,7 kg. Pluri-imitata e citata, è punto inarrivabile del genio eclettico di Ponti, che si divertì, lui per primo, a rielaborarla in varie versioni.
 
  • Anno di nascita: 1957
  • Progettista: Gio Ponti
  • Produttore: Cassina
  • Idea: costruire una sedia più leggera possibile (kg 1,7) ma super resistente. In un video storico Gio Ponti la lanciava da una finestra senza romperla!
  • Mission: “Una buona sedia che si solleva con un dito e regga qualsiasi grassone” come disse lo stesso Gio Ponti.
  • Concetti: leggerezza, semplicità modernità, tecnologia
  • Materiali: struttura in legno, seduta in canna indiana
  • Tecnica di lavorazione: le gambe e i montanti sono ridotti all’osso, con una sezione di mm 18. Grazie allo studio degli incastri e all’uso del frassino si ottengono massima robustezza e leggerezza.

Segni particolari
Una vera e propria rivoluzione nella tradizione. Ponti studia i materiali e la struttura della Chiavarina: sezione triangolare e rastremata della struttura in frassino secondo canoni architettonici, riduzione massima del piano di seduta in canna. Un progetto icona, tanto che lo stesso Ponti lo rielaborò, colorando asimmetricamente le gambe di bianco e nero per avere un effetto pittorico e prospettico, come di ‘mezza sedia’.
 
 
 
 
Testi

Giorgio Tartaro

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