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Alessandra Barlassina

Alessandra Barlassina  •  Gucki

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Ristrutturazione spesso fa rima con demolizione e con l’inevitabile produzione di rifiuti. Il settore dell’edilizia è responsabile del 40% delle emissioni di CO2. Arredi e finiture, però, possono aiutare a trasformare gli ambienti senza grandi interventi. Scopriamo insieme le scelte responsabili che possiamo fare anche arredando casa.

Le architette Marta Delia e Sara Malagoli hanno fondato SAM - Sustainable Architectural Market per dare un approccio nuovo al progetto, attento e rispettoso delle tematiche ecologiche. Gli stessi principi valgono sia che si progetti una casa, sia che si scelga un mobile. Le abbiamo intervistate.

Quando vi siete avvicinate all’idea di progettazione sostenibile?

Nel 2019, quando ci siamo rese conto di quanto inquinante fosse il nostro operato. Diventare più sostenibili nel nostro lavoro era il tassello mancante per un’esistenza più responsabile.

Quali sono le criticità maggiori?

Spesso il costo di arredi e finiture sostenibili è elevato, probabilmente perché rivolti ancora a un mercato di nicchia. Il nostro obiettivo è indicare al cliente questa alternativa responsabile, in modo che la richiesta aumenti e le aziende possano interessarsi sempre più a produzioni sostenibili. L’altro aspetto molto critico è quello del greenwashing: condividendo consapevolezza possiamo tutelarci da facili azioni di marketing.

Cosa bisogna considerare quando si scelgono i materiali?

Ricordarsi sempre che ricavare o estrarre un materiale ha un impatto sull’ambiente, va fatto nel modo più rispettoso possibile. La filiera di produzione è fondamentale e, se possibile, meglio scegliere materiali derivati dal riciclo o materiali naturali ecologici, cioè quelli che hanno una rigenerazione molto rapida: sughero, bambù, canapa.

Cosa si può fare progettando casa per avere un approccio sostenibile?

Bisogna avere una visione d’insieme, pensare a spazi e arredi flessibili da potersi adattare alle esigenze spesso in costante cambiamento; pensare all’intero ciclo di vita del prodotto, scegliere la qualità durevole, preferire mobili smontabili, sia per la riparazione che per un corretto smaltimento a fine vita.

C’è un luogo comune da sfatare?

Bisogna sfatare l’idea che la sostenibilità vada a discapito dell’estetica. Etica ed estetica devono essere un binomio inscindibile. La casa è la nostra terza pelle, dobbiamo prendercene cura sia per noi stessi sia per l’ambiente.

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