Architetti & Designer

Architetti & Designer: Luca Nichetto

È il designer italiano più internazionale ed eclettico della sua generazione. È nato a Murano, ma in Svezia ha trovato la sua dimensione umana e professionale.

Classe 1976, si divide – anzi, si moltiplica – tra lo studio di Venezia e quello di Stoccolma, città in cui vive con la moglie svedese Åsa e i figli. È in Svezia che Luca Nichetto ha trovato «un equilibrio peculiare, ma che funziona».

Mi piace riflettere su cosa fare per aiutare gli altri a vivere meglio. Alla parola design associo il concetto di ‘problem solving’: il designer è un creativo che inventa oggetti in grado di rispondere ai bisogni.

Lei è nato a Murano e ha 'respirato' vetro fin da piccolo, la sua carriera è iniziata con Salviati e Foscarini... Prova un'emozione particolare nel progettare un oggetto in vetro?

Provo emozione nel progettare qualsiasi progetto, ma il vetro ha sicuramente un posto di rilievo tra i miei materiali preferiti e a Salviati devo il motivo per cui faccio questo lavoro oggi. Il vetro è sempre stato attorno a me: mio nonno lavorava in fornace, mia mamma decorava il vetro e quasi tutte le persone con cui sono cresciuto erano e sono tuttora coinvolge nella produzione del vetro.

Da oltre 10 anni si è stabilito a Stoccolma. Quali sono le differenze tra essere un designer in Italia ed esserlo in Svezia?

Sicuramente l’Italia rimane uno dei posti più importanti per ricerca e sviluppo ma la Svezia mi ha decisamente alleggerito dal peso e dalla pressione che vivevo, portandomi ad avere un approccio più “leggero”. Se però da una parte il mood scandinavo mi ha aiutato a progettare e pensare in maniera più internazionale, dall’altra mi ha fatto sentire più italiano di quanto fossi prima. E’ un equilibrio particolare il mio, ma peculiare e funzionante.

Tra i suoi lavori più recenti c'è la progettazione di un pianoforte della mitica Steinway & Sons. Come è nata questa collaborazione e come ha affrontato la sfida?

New York per me è un po’ casa, ho una famiglia di amici e colleghi che visito almeno una volta l’anno. Nel 2018 ero in città in occasione della Design Week e ho pubblicato sui miei social delle foto dello skyline di Manhattan. Robert Polan - Head of limited edition piano department di Steinway&Sons – ha visto quel post e mi ha chiesto un incontro che ha poi portato a questa collaborazione. La visita alla loro fabbrica mi ha ricondotto alla mia infanzia. Le curve dei pianoforti classici, ancora in costruzione, mi hanno ricordato gli scafi lucidi e sinuosi delle gondole veneziane.
Il processo progettuale adottato è assimilabile ad un progetto di micro-architettura che ha portato a un’evoluzione estetica del Modello B, nel pieno rispetto la tradizione di Steinway & Sons. Volevo che il mio approccio al design fosse il più rispettoso possibile, non sono un musicista e non so suonare questo strumento neanche a livello dilettantistico. Ogni modifica sulla silhouette si rifletteva sul suono per questo l’iter progettuale è stato molto lungo e ha richiesto ben quattro anni. Ho preferito, quindi, lavorare sulla struttura esterna, lasciando inalterata quella interna così come normalmente si procede quando si ridefinisce un’automobile.

  • 1999 - vasi Millebolle [Salviati]
  • 2009 - poltroncina Nuance [Casamania]
  • 2012 - poltrona La Mise [Cassina]
  • 2014/2018 - divano Stanley [De La Espada]
  • 2015 - lampade Plass [Foscarini]
  • 2017 - poltroncina Canal Chair [Moooi]
  • 2018 - tavolino Lato [&Tradition]
  • 2020 - poltrona Paradise Bird [Wittmann]
  • 2021 - fragranze per la casa La Compagnia di Caterina [Ginori 1735]
  • 2022 - pianoforte Gran Nichetto [Steinway & Sons]

E per il 2023...?

In vista del Salone del Mobile del 18-23 aprile, Nichetto Studio – tra i vari progetti – presenterà una collezione casa: ‘Domus’, brand extension di un’azienda con cui ama lavorare. Per ora non si può dire altro... Stay tuned!

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