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Una casa che… prende vita dalla terra!

Materiale principe della biologia edile, la terra è l’elemento che più di tutti connette la casa alla natura... perché le fornisce energia termica pulita e dà vita a mattoni, pitture, intonaci, pavimenti e rivestimenti virtuosi e a basso impatto, che regalano stile e benessere unici.

L'esempio virtuoso a cui ispirarsi è la casa ZS RICEHOUSE: si tratta di un’abitazione prefabbricata isolata con paglia di riso e con pareti realizzate con lastre e intonaco in argilla e lolla di riso (l’involucro esterno del riso). Essendo una casa passiva, non ha l’impianto di riscaldamento o di raffrescamento ma può essere dotata della pompa di calore geotermica per produrre acqua calda sanitaria.

Hai mai pensato che nel terreno del tuo giardino privato o del cortile condominiale potrebbe esserci un insospettabile serbatoio di energia termica naturale da sfruttare per realizzare un impianto di riscaldamento? E che dall’argilla di terre vulcaniche o dai boschi feriti dalle tempeste potrebbero nascere dei bellissimi e sani pavimenti e rivestimenti? È la meraviglia della terra, capace di dare vita a soluzioni inimitabili per bellezza, comfort e risparmio energetico. Ecco quali.

La pompa di calore geotermica

Questo impianto di riscaldamento è composto da un sistema che estrae calore dal terreno e lo porta in casa in questo modo: delle sonde interrate nel sottosuolo hanno il compito di captare il calore dalla terra e di trasferirlo al cuore del sistema, la pompa di calore, che lo distribuisce all’interno della casa tramite pannelli radianti a bassa temperatura (30-35 °C).

Temi che nel tuo giardino o cortile non ci sia spazio per scavare? Non è detto, perché per assecondare ogni esigenza, questi impianti usano spesso sonde diverse proprio in base alle profondità raggiungibili. In linea generale, si usano le sonde geotermiche quando si può scavare fino a 70 metri, le sonde elicoidali telescopiche se la superficie è poco estesa e si può perforare fino a 3-5 metri e i collettori orizzontali se lo spazio è ampio ma si deve stare a profondità ridotte di soli 1,5 metri.

Lo scambiatore di calore aria-terra

Se hai già installato o intendi installare un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC), lo scambiatore di calore aria-terra ne potenzierà l’efficienza, a vantaggio del comfort e del risparmio energetico.

Il meccanismo del sistema, che richiede che vengano interrate delle tubazioni, è semplice: l’aria esterna, che viene aspirata da una torretta posta in giardino, arriva nelle tubazioni interrate dove prima viene riscaldata o raffrescata dal terreno (a seconda della stagione), poi convogliata in un dispositivo di recupero del calore e infine immessa nell’impianto di ventilazione. Questo fa sì che d’inverno, l’aria pre-riscaldata che fa il suo ingresso in casa permetta all’impianto di VMC di lavorare meno per raggiungere le temperature confortevoli, mentre d’estate l’aria preraffrescata basterà a garantire il benessere senza ulteriori sprechi di energia!

La capacità del terreno di preriscaldare o di preraffreddare l’aria dipende anche molto dalla zona di residenza.

I biomateriali strutturali e di finitura

Impossibile non innamorarsene, con tutti i sensi. Sono materiali dalle radici antichissime che, più che nascere dalla terra, ne sono l’essenza, come la pittura e i coloranti in argilla e il mattone e l’intonaco in terra cruda. Tutti biomateriali a zero carica inquinante, dalla texture materica, dai colori caldi e dall’inconfondibile ‘profumo di Natura’ che, oltre a rendere bella la casa (l’argilla o terra cruda che si applica sui muri è la stessa usata come maschera di bellezza per il viso!) la aiutano ad auto-regolare il proprio microclima.

E poi ci sono i materiali di finitura legati indirettamente alla terra che, composti con materie prime provenienti da boschi e foreste, raccontano la sensibilità e la capacità dell’uomo di dar loro nuovi valore e vita. Sono i geniali rivestimenti fonoisolanti realizzati con il micelio, che è l’apparato vegetativo dei funghi, e il parquet prodotto recuperando gli alberi abbattuti da violente tempeste o così vecchi da aver esaurito la loro linfa, tanto da essere definiti ‘morti in piedi’, e la cui fine sarebbe stata quella di marcire inutilmente al suolo.

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Paolo Manca

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