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Pranzo ‘in cartiera’, tra arredi vintage e cucina industriale

Scopri le scelte di stile di Federica che ha trasformato una vecchia cartiera in una spazio di social eating.

Ho bevuto un caffè in compagnia di Federica, chef-filosofa di Como, che ha trasformato una vecchia cartiera in una spazio di social eating molto particolare. Abbiamo fatto due chiacchiere nella sua meravigliosa cucina, che è la perfetta combinazione tra un’accogliente cucina di casa e uno spazio professionale fornito di tutto il necessario. Dai un'occhiata a come ha organizzato il suo laboratorio e... Copia lo stile!

 

Una cartiera..trasformata in una cucina... raccontaci la storia!
Due anni fa vidi questa cartiera, era ormai un vecchio rudere ma mi innamorai della sua luce e dell’energia positiva che emanava. Scoprì in seguito che apparteneva ai nonni di una mia carissima amica grafica e per omaggiare questo luogo decisi che avrei mantenuto il suo nome: La carteria.
'Incomincia per C' è il nome della mia attività, un nome volutamente misterioso, proprio come quando ho avviato questo progetto, in punta di piedi, quasi in segreto. C sta per cucina, catering e cartiera, appunto. Ormai sono passati 14 anni da quando ho iniziato e il mio sogno si è trasformato in un’attività che mi regala immense soddisfazioni e che mi permette di partecipare a numerosi eventi, progetti interessanti e creativamente stimolanti.

Come sono suddivisi gli spazi nel tuo laboratorio?
Il polmone della cartiera è senza dubbio la cucina e la sua caratteristica principale è che mi rispecchia in pieno. Per metà è professionale con il forno, l’abbattitore e l’isola centrale di 'Alpes Inox' e che sono elementi propri di una cucina industriale. Allo stesso tempo, però, è anche la 'cucina di casa' e quindi c’è spazio per gli elettrodomestici in stile vintage che tanto mi piacciono, un pavimento che rievoca le vecchie cementine di una volta e qualche decorazione qua e là… Un aspetto fondamentale del mio laboratorio, nonché caratteristica principale di uno spazio social eating, è che comunica ed è in continuità con la sala da pranzo grazie alle pareti divisorie in vetro e metallo. Questa soluzione permette di lasciar intravedere gli spazi rendendo gli ambienti più ampi e luminosi, ma allo stesso tempo delimita l’area cucina assicurando maggior igiene. Questa soluzione progettuale mi è piaciuta così tanto che ho deciso di utilizzarla anche nella sala eventi adiacente, per 'spezzare' la profondità della sala e rendere più dinamico e accattivante lo spazio. Ovviamente i decori appesi a questa parete divisoria non mancano mai, come il sipario creato con pizzi e nastri.

L’elettrodomestico del cuore che non può mancare nella tua cucina ?
L’impastatore di Kitchen Aid, senza dubbio. E’ l’elettrodomestico che utilizzo di più perché la pasta è alla base di ogni mia ricetta... e poi adoro la sua forma squisitamente vintage. Sono una fan degli oggetti di recupero e mi piace circondarmi di pezzi eccentrici e originali. Guardate la mia sala da pranzo, ogni sedia è unica e diversa per forma e colore dalle altre.

Il tuo segreto per trasformare il laboratorio in uno spazio accogliente?
Per creare uno spazio accogliente bisogna seguire il proprio gusto e istinto. Io cerco elementi e arredi che mi piacciono. Alcuni sono mobili di famiglia, altri elementi vintage di recupero, poi ci sono oggetti di artigianato e regali, tutto legato dal mio gusto personale. Mi piace l’idea di accogliere i visitatori facendoli entrare nel mio mondo.

Ci spieghi il tuo progetto di 'social cooking'?
Una delle cose che in assoluto amo fare sono i corsi di cucina in un’atmosfera accogliente e rilassata. I miei corsi sono un’occasione per imparare a cucinare ma anche per conoscersi. Sono eventi 'al buio', chi arriva, arriva. I partecipanti non si conoscono tra loro, c’è chi viene da solo, chi in coppia con l’amica. Alla fine, mettere le mani in pasta e collaborare nella realizzazione di un bel piatto avvicina incredibilmente le persone, si crea una sorta di magia e di complicità.

Hai un 'ingrediente speciale' anche per la mise en place?
Il mio ingrediente principale è trasgredire le regole classiche! Stupire con dei dettagli inaspettati, eccessivi e super colorati. Ciò che assolutamente non può mancare nelle mie mise en place, sono le tovaglie vivaci decorate a mano della mia amica Lisa Corti, artista tessile.

Testi

Beatrice Redaelli

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Beatrice Redaelli