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Ma perché le tazze piacciono tanto?

Parlo di Instagram. E mi chiedo perché tazze e tazzine sul profilo di CasaFacile siano 'i nostri gattini'...

La storia dei gattini su internet è ormai nota: ogni post (che sia un video o una foto statica) a tema 'gattini' fa il botto. Facile capire il perché. I gattini sono morbidi batuffoli che intenerisco anche i più duri cuori di pietra. Non così semplice e immediato, invece, è capire perché per noi lo stesso effetto lo creano... foto di tazze smiley.

In pianta o impilate, in nuances o a contrasto, moderne o rétro poco importa. Forse sapete che ho una vera passione per Instagram e che mi occupo personalmente del profilo CasaFacile. Instagram mi dà grandi soddisfazioni (siamo passati dai 900 follower di poco più di un anno fa ai quasi 60mila di adesso...). Trovo che sia un mezzo eccezionale per captare umori e gusti, meglio ancora, è un vero barometro dell'evolversi dei gusti. Questo, neanche a dirlo, è davvero utile per introdurre temi e argomenti nuovi su CasaFacile.

Immaginatevi la sorpresa, quindi, quando mi sono accorta che un post a tema tazze aveva superato i 1000 like! E visto che l'evento ha continuato a ripetersi, una tre, cinque, sette volte... non poteva essere un caso. E allora giù a pensare e a chiedersi: qual è l'essenza di una tazza? Le tazze piacciono perché sono piccole e graziose e ne puoi possedere un numero quasi illimitato (almeno fino a quando riesci a stiparle dentro mobili e credenze senza rischiare l'effetto 'sepolti in casa'...), trasmettono spesso messaggi-buonumore, danno un senso di coccola senza spendere una fortuna... in due parole, insomma, sono chic ma non impegnano!

E ancora: cosa c'è dietro (o dovrei dire dentro) a una tazza? C'è tutto il calore del tè con le amiche o il comfort del caffè del mattino, c'è un'espressione artistica e di design accessibile, c'è la serenità del gesto quotidiano di tenere tra le mani una compagna fedele, ma che puoi 'tradire' senza troppi rimpianti con una nuova winkE voi, invece, cosa ci vedete?
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Giusi Silighini, il direttore

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