Giardinaggio

Scopri il ‘green power’ dei giardini terapeutici

Davide Cerruto Davide Cerruto

Sembra una banalità, invece diventa una cura: abitare spazi verdi progettati ad hoc e fare giardinaggio hanno effetti sorprendenti sul benessere psicofisico. Ecco tutti i segreti degli healing garden.

Il verde ti fa pensare che ci siano altri confini, altri panorami… Per una persona che soffre di depressione, ma anche ‘solo’ di stress questo è molto importante. (Paolo Crepet).

Aprono nuovi orizzonti le parole del sociologo, al convegno sul Verde Terapeutico promosso e ospitato da Piante Mati 1909, azienda pioniera nella progettazione degli ‘healing garden’. 

È stato inaugurato ad agosto un giardino terapeutico di quasi 2000 mq progettato da Andrea Mati presso la Comunità Incontro di Amelia (Terni), articolato in tre aree, ciascuna ideata per persone con specifiche fragilità (dipendenze, autismo, Alzheimer). Anche la manutenzione di questi giardini è ‘terapeutica’ perché affidata agli ospiti della Comunità che svolgono così un percorso riabilitativo.

CHE COSA SONO E DOVE SONO

Allestiti solitamente all’interno di ospedali o di case di cura (come ‘Il Giardino degli abbracci’ dell’Ospedale San Carlo di Milano) i giardini terapeutici prevedono percorsi che inducono stimoli sensoriali. Acqua, suoni, profumi: al loro interno tutto è pensato per facilitare l’incontro e il rilassamento dei malati e dei loro familiari e migliorare la qualità della vita.

Nulla vieta di ‘esportare’ i giardini terapeutici fuori dagli ospedali, come nel caso dei Delta Sensory Gardens in Irlanda: 15.000 mq di giardini sensoriali pensati per persone con disabilità fisiche o psichiche e per le loro famiglie, ma aperti a tutti. Oppure di utilizzare elementi da ‘healing garden’ anche per spazi verdi in contesti scolastici, come quelli progettati dall’architetto paesaggista Isadora De Pasquale, esperta di giardini terapeutici.

LE PIANTE PIÙ ADATTE

  • Ogni malattia prevede giardini con differenti specifiche botaniche e architettoniche: con persone affette da sindrome di Asperger, ad esempio, gli spazi verdi allestiti saranno di tipo chiuso, perché devono dare un senso di protezione e predisporre il paziente al colloquio. Chi ha la sindrome di Down, al contrario, si esprimerà meglio in un luogo gioioso e senza barriere, in cui le persone sono invitate a collaborare e svolgere attività  condivise.
  • Le piante aromatiche e quelle profumate stimolano l’olfatto e favoriscono i ricordi, mentre le piante piacevoli al tatto (come Eremophila nivea e Stachys lanata) mettono i pazienti a proprio agio. Le graminacee ornamentali sono rassicuranti e rilassanti, creano riflessi e giochi di luce e donano movimenti ‘morbidi’ al giardino al minimo alito di vento.
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Davide Cerruto (Lefty Gardens)