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Il futuro della mobilità è sempre più sostenibile

Emissioni zero: un'utopia? No, un obiettivo alla nostra portata grazie a un mix di soluzioni come biocarburanti, idrogeno, elettrico e biometano: con Eni Sustainable Mobility scopriamo come spingere sull'acceleratore per percorrere la strada verso la decarbonizzazione.

Nel 1953, esattamente 70 anni fa, nasceva l'Ente Nazionale Idrocarburi, protagonista della ripresa italiana nel dopoguerra. Oggi il cane a sei zampe continua a guardare al futuro, impegnandosi a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 per adeguarsi all'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e agli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul clima.

Nel 2023 il percorso di Eni verso la decarbonizzazione si concretizza in una nuova società dedicata, Eni Sustainable Mobility: combinando soluzioni come biocarburanti, elettrico, idrogeno, e-fuel e biometano in modo sinergico e complementare si percorre la strada verso la transizione energetica e la mobilità del futuro.

Eni Sustainable Mobility è un'azienda integrata verticalmente lungo tutta la catena del valore, che svilupperà la bioraffinazione, il biometano e la vendita di prodotti, servizi e soluzioni per la mobilità, sia in Italia che all'estero. Grazie a una rete di oltre 5.000 punti vendita in Europa, Eni si occuperà anche della commercializzazione di tutti i vettori energetici, compresi l'idrogeno e l'elettrico, i carburanti biologici come l'HVO (olio vegetale idrogenato) e il biometano, e gli altri prodotti per la mobilità, come i bitumi, i lubrificanti e i combustibili.

Le bioraffinerie di Porto Marghera e Gela: un primato nel campo della transizione energetica

Eni ha convertito le sue raffinerie di Venezia (Porto Marghera) e Gela, utilizzando asset strategici esistenti destinati alla dismissione, per salvaguardare le aree industriali e garantirne la sostenibilità economica e sociale. La bioraffineria di Venezia, situata a Porto Marghera, è la prima al mondo a convertire una raffineria di petrolio in una bioraffineria per la produzione di biocarburanti idrogenati derivati da materie prime biogeniche e in funzione dal 2014. La bioraffineria di Gela, avviata da Eni nel 2019, ha implementato il nuovo impianto BTU (Biomass Treatment Unit) nel marzo 2021, che consente alla bioraffineria di utilizzare fino al 100% delle biomasse di scarto. Entrambe le bioraffinerie sono ora palm oil free, poiché Eni ha concluso definitivamente l'approvvigionamento di olio di palma utilizzato in precedenza.

Le bioraffinerie, che producono biocarburanti (HVO diesel, bio-GPL, bio-jet e bio-nafta), sono alimentate esclusivamente da scarti e residui provenienti dalla lavorazione di oli vegetali, olio di frittura esausto, grassi animali e oli vegetali estratti da colture in terreni marginali non in competizione con la filiera alimentare.

Entro il 2025, Eni Sustainable Mobility raddoppierà la capacità delle proprie bioraffinerie, raggiungendo i 3 milioni di tonnellate all'anno, e superando i 5 milioni di tonnellate all'anno entro il 2030.

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