Ispirazioni

Il restauro della Wimbledon House di Richard Rogers

La casa Wimbledon progettata da Richard Rogers negli anni '60 è stata restaurata per diventare centro studi per gli studenti di Harvard

Realizzata nel 1968 a sud di Londra su commissione dei suoi stessi genitori, la casa Wimbledon è uno dei progetti meno conosciuti ma di grande impatto per le soluzioni adottate, di Richard Rogers, grandissimo architetto Italiano di origine inglese. Lui stesso definì questa abitazione 'un tubo trasparente con solidi muri separatori' e pochi anni fa decise di regalarla alla Harvard Graduate School of Design perché la utilizzasse come centro studi e, dunque, allo stesso tempo venisse preservata per sempre. 

Il progetto originale

Quando fu realizzata, la Wimbledon House (o Rogers House) si rivelò avveniristica per i tempi sia dal punto di vista costruttivo sia da quello dello stile architettonico. L'abitazione, infatti, non venne pensata come elemento statico, ma come edificio in grado di evolversi nel tempo e per potersi adattare a nuove tecnologie e, soprattutto agli eventuali cambi di destinazione d'uso. Per questo fu progettata con una struttura di tipo modulare il cui elemento base è una cornice in acciaio decisamente iconica e facilmente riconoscibile. In più, al contrario di quanto si usava all'epoca, la Wimbledon House ha le facciate completamente a vetro, volute per dare vita ad inediti scorci tra interno ed esterno che, così, diventano tutt'uno tra di loro. E proprio questo rapporto fra abitazione e urbanistica, tanto caro all'architetto ha spinto Rogers, pochi anni fa a donare la casa agli studenti di Harvard che seguono il corso di studi dedicato al futuro alternativo e sostenibile dell’urbanistica.

Il restauro

A quasi cinquant'anni dalla sua costruzione e dopo aver subito modifiche nel tempo la Wimbledon House aveva bisogno di un progetto di restauro che la riportasse agli 'splendori' originari, così i lavori sono stati affidati allo studio Gumuchdjian Architects, il cui fondatore Philip Gumuchdjian aveva collaborato per ben 18 anni con la Richard Rogers Partnership: le scelte perseguite dallo studio sono state, ovviamente di tipo conservativo per stile e struttura. È lo stesso Philip Gumuchdjian a spiegare che "gli architetti del nostro studio hanno proposto ad Harvard GSD di ripristinare le condizioni originarie della proprietà, modificata negli anni, e di riqualificare le parti restanti. Ne è nato un progetto visivamente poco invasivo, che ha permesso di sfruttare al meglio i vantaggi offerti dai materiali moderni. Abbiamo sostituito interamente il tetto e i muri esterni, contenenti amianto, demolito alcune strutture aggiunte successivamente, eliminato partizioni interne recenti, sostituito i servizi e i serramenti, ristrutturato il cortile”. 

In particolar modo sono state realizzate due vere e proprie 'wet room' di grandissimo impatto dato che hanno le superfici totalmente rivestite in HI-MACS®, un materiale a base di pietra acrilica termoformabile ad altissima resistenza alle quali si aggiunge il soffitto vetrato che consente alla luce naturale di invadere l'ambiente. HI-MACS®, termoformabile, è stato lavorato in maniera tale da eliminare i segni di giunzione cos' da creare superfici continue e prive di interruzioni.

Cos'è HI-MACS®

È un materiale super resistente e decisamente igienico, poiché la sua non porosità fa in modo che lo sporco e la polvere non vi si possano annidare, è anti-graffio, semplicissimo da pulire, non si macchia e resiste all’umidità e alla luce del sole, che nel tempo non ne altera colore e aspetto. Per queste sue caratteristiche HI-MACS® è un materiale perfetto anche da utilizzare come piano per la cucina.

Testi

Elena Favetti

Foto

Petr Krejčí