Riscaldamento e clima

Una nuova possibilità: le Comunità Energetiche Rinnovabili

Unirsi ad altre persone, produrre energia insieme e autonomamente, autoconsumarla. Ecco cosa significa entrare in una comunità energetica.

Immagina che nel tuo quartiere un certo numero di condomìni, proprietari di villette, piccole imprese ed enti/autorità locali decida di unire le forze associandosi per creare e condividere uno o più impianti di energia da fonte rinnovabile - per esempio da pannelli solari fotovoltaici.

L’obiettivo? Produrre in autonomia energia elettrica pulita da fornire agli associati a prezzi convenienti e condividerne il consumo e i risparmi. Ecco, l’insieme di queste persone, enti e aziende che si uniscono legalmente come organizzazione senza scopo di lucro costituisce una ‘Comunità Energetica Rinnovabile’, detta CER. Comunità di cui chiunque può entrare a far parte, per dare il via a una nuova era energetica più sostenibile e democratica.

In questo gruppo di associati ci sarà anche chi detiene la proprietà dell’impianto o degli impianti a energia rinnovabile, rappresentando un vero e proprio ‘prosumer’ (dall’unione delle parole inglesi producer e consumer), in grado sia di autoconsumare l’energia che produce, sia di distribuire la parte restante agli altri membri della CER, che aderiscono all’organizzazione come semplici consumatori.

Queste Comunità mettono per davvero al centro i cittadini, perché consentono a tutti noi di partecipare attivamente alla transizione energetica. Transizione che, nel chiederci di passare dalle fonti energetiche fossili a quelle rinnovabili, ci invita a creare dei ‘nostri’ impianti locali e sostenibili ‘a km zero’, così da decentrare la tradizionale produzione e distribuzione dell’elettricità a carico delle grandi centrali.

L'autoconsumo collettivo

In Italia sono già state costituite circa 30 Comunità Energetiche sperimentali, fino a oggi però sono disciplinate sulla base di procedure regionali o comunali diverse. La novità è che dal 24 gennaio 2024 queste Comunità Energetiche sono regolamentate a livello nazionale dal Decreto CER, volto a garantire norme valide da Nord a Sud e a stimolarne lo sviluppo con impianti anche molto più grandi rispetto a quelli attuali, così da poter servire anche migliaia di famiglie.

Lo stesso decreto disciplina anche i gruppi di ‘Autoconsumo Collettivo’ (noti come AUC), ritenuti un’opportunità per iniziare ad autoprodurre anche in piccolo energia rinnovabile e condivisa. Rispetto alle CER, infatti, gli AUC si formano con meno persone - ne bastano 2 - che risiedono in un unico edificio, per esempio un condominio. Se dunque due o più condòmini decidono di unirsi per produrre, consumare e magari vendere l’energia in eccesso prodotta da un impianto fotovoltaico installato sul tetto condominiale, avranno formato un gruppo di Autoconsumo Collettivo.

Gli incentivi

Il decreto CER prevede che il Gestore dei Servizi Energetici (società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) garantisca alle Comunità Energetiche e ai gruppi di Autoconsumo Collettivo incentivi sull’energia autoconsumata che hanno forme diverse.

Sia per le CER sia per gli AUC è prevista una tariffa incentivante o agevolata, composta da una parte fissa e una variabile, riconosciuta sull’energia elettrica prodotta e condivisa e garantita per vent’anni. La parte fissa varia in funzione della taglia dell’impianto, mentre la parte variabile in funzione del prezzo di mercato dell’energia.

Per le CER realizzate nei Comuni con meno di 5.000 abitanti è poi previsto un contributo a fondo perduto per coprire fino al 40% dei costi ammissibili. Tale contributo è cumulabile con la tariffa incentivante entro i limiti definiti.

Vuoi far parte di una CER già esistente?

Rivolgiti a un’azienda energetica specializzata come Sinergies, che ti seguirà passo passo per farti accedere a una CER già attiva, vicina alla tua zona di residenza e ben organizzata. Il consiglio per garantirti da subito vantaggi economici? Investire nell’acquisto di un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo, sfruttando così i notevoli incentivi a disposizione e assicurandoti ulteriori ricavi sull’energia prodotta in eccesso che la CER immetterà in rete: per esempio, fino a €500 all’anno per un tipico impianto da 6,5 Kilowatt di picco di potenza.

Testi

Paolo Manca