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Bioedilizia: costruire secondo natura

Se vuoi apprezzarne subito il valore, non pensare alla bioedilizia come tecnica costruttiva ma come filosofia del costruire che risponde alle esigenze del ‘bios’, cioè della vita.

Ogni casa viene costruita come un organismo vivente, parte integrante del nostro ecosistema, e realizzata avvalendosi di energie naturali e materiali biologici legati al territorio. Elementi che, oltre a garantire benessere a chi la abita, rientrano in quella che viene definita edilizia circolare: se mai un giorno dovessero venire smantellati in fase di ristrutturazione, verrebbero reimmessi nell’ecosistema o rivalorizzati come nuove risorse secondarie, senza mai diventare rifiuti da smaltire. Insomma, delle case bio-native e salva-pianeta a prova di futuro! Qui ti spieghiamo come sono progettate e costruite.

Step 1: ‘progettare’ la luce

Si parte dal concetto che il sole è vita e si decide subito, su carta, l’orientamento dell’edificio, in modo da portare più luce naturale possibile in casa. Individuato il percorso stagionale del sole, si dispongono a Sud i locali nei quali si passa più tempo, a Nord le zone di servizio e a Sud-Est l’angolo smartworking, per godere dell’effetto tonificante della luce chiara e brillante del mattino.

Step 2: via alla costruzione

Dopo aver creato delle solide fondamenta (come quelle delle case tradizionali), si realizzano le mura con i materiali scelti a progetto. Un esempio per tutti? Si crea una struttura portante in legno per inserirvi delle balle di paglia compressa derivanti dallo scarto della mietitura di orzo o frumento. Non temere: grazie a speciali tecniche di lavorazione del legno e di sigillatura della paglia con calce e terra cruda, questo binomio viene certificato antisismico e immune dal rischio incendio. E in più la paglia, che è isolante ma lascia ‘respirare’ i muri, pone già le basi per garantire ambienti sani.

Step 3: isolare con cura

Le pareti esterne vengono isolate con la tecnica del cappotto. A differenza delle soluzioni tradizionali però, il biocappotto composto da fibre naturali non sigilla la superficie e scongiura quindi la formazione di muffe e condense superficiali sui muri. Sono ottimi i biocappotti traspiranti composti da eco-fibre riciclate, da isolanti in fibra di canapa e da pannelli in canna palustre (le canne che crescono lungo le rive dei fiumi).

Step 4: si passa alle finiture

Sulle pareti può essere applicato il biointonaco con tecnologia ‘a celle di calore’ che scalda la superficie di 3 °C, o l’intonaco di finitura in terra cruda (che può inglobare anche fibre vegetali), capace di assorbire l’umidità in eccesso e di rilasciarla quando serve. Ami il colore alle pareti e non vuoi rinunciare al décor? Ci sono le biopitture a base di calce naturale colorabili con pigmenti naturali e le resine vegetali prodotte da piante, semi e rifiuti agricoli. E a pavimento? Un parquet in legno a km zero che viene da boschi sostenibili!

Step 5: serve calore buono

Anche se la vera e propria regina del bioriscaldamento sarebbe la kachelofen, una stufa a irraggiamento nata nel ’500 e costruita su misura in argilla refrattaria e terra cruda, oggi è più realistico adottare le nuove stufe ad accumulo, capaci di immagazzinare il calore del focolare e di rilasciarlo lentamente nel tempo, sotto forma di calore radiante (lo stesso diffuso dal sole). E per climatizzare la casa 365 giorni all’anno, si crea un impianto a pompa di calore reversibile (estate-inverno) collegato a pannelli radianti a pavimento.

IL RAFFRESCAMENTO BIOCLIMATICO

Nelle località più calde, si ricorre alla bioclimatica per realizzare un sistema di raffrescamento estivo naturale, tanto geniale da essere stato già usato nel ‘500 in molte ville italiane. Per farlo viene realizzata una rete di cunicoli sotterranei che, dal giardino, comunica con il piano terra della casa e, se serve, anche con i piani più alti tramite canali interni ai muri. Quando l’aria entra dall’imboccatura posta all’esterno, prima passa attraverso il terreno dove si raffredda di 10-12 °C, poi arriva nelle stanze per raffrescarle in modo lieve, salutare e a costo zero!

CONSIDERA SEMPRE CHE...

  • Per progettare una biocasa ti serve un bioarchitetto che conosca le risorse e i materiali locali e le energie rinnovabili. Trovi architetti e imprese bio su anab.it
  • Oltre al progetto poi, serve un approccio integrato con un lavoro di team, perché tutte le parti in causa, dal fornitore di materiali al costruttore, devono lavorare seguendo gli stessi principi.
  • Non essendo al momento una tecnica costruttiva largamente adottata, non è sempre semplice trovare un team specializzato.
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Paolo Manca