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CasaFacile di Agosto 2023: l’editoriale del direttore

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Uno dei ricordi più allegri delle vacanze della mia infanzia è la voce di mio padre che, dopo una giornata di viaggio con la roulotte al seguito, ci diceva: «Bambine, ora cerchiamo il campeggio!». Si partiva in una direzione ma senza destinazione, e il posto in cui passare la notte era la prima di molte cose inattese. Tempi da riempire e piccole sorprese erano la magia di quelle estati senza programmi in cui nulla doveva succedere e, proprio per questo, tutto era possibile.

Oggi i ritmi forsennati dell’anno lavorativo sono diventati il nostro unico schema d’azione: programmare, organizzare, realizzare. Non si parte senza sapere cosa si farà e si vedrà minuto per minuto. Prenotare&pianificare è la parola d’ordine, organizzare la vacanza è un secondo lavoro. Riempiamo altrove, invece di svuotare. Scambiamo la vacanza per un’altra possibile vita, in un posto più bello e senza impegni, e così al ritorno soffriamo della più ovvia e cocente disillusione. Forse è per questo che, nonostante io ami sinceramente il mio lavoro, al rientro mi capita di pensare che le ferie ‘facciano male’?

Ma non posso dimenticare quando ci si annoiava felicemente in roulotte – una casa ridotta all’essenziale – o quando, nelle vacanze in bicicletta con bagaglio al seguito, si andava quel tanto che le gambe consentivano e verso sera si cercava da dormire. Pronti al non-far-niente. Pronti alla sorpresa e all’imprevisto. Pronti a che le cose andassero bene o meno bene, che era comunque storia bella da ricordare.

C’è il vuoto (in latino ‘vacuum’), nel cuore della parola vacanza: se ci entri, lui si riempie di te. Amori, legami, sogni, aspirazioni, desideri per te e per la tua casa, tutto quello che sei davvero, e che al lavoro e in ogni impegno quotidiano deve restare sullo sfondo, finalmente affiora. Se gli dai il tempo, sboccia: un’idea che non ti era mai venuta, un’intuizione, un progetto per migliorare lo spazio in cui abiti, qualcosa ne esce sempre. E allora tornare alla solita vita non ‘fa male’, anzi: non vedi l’ora di ripartire da quel germoglio nuovo che hai ritrovato dentro di te.

Buone-vuote-vacanze, ovunque le passerete!

Francesca [Direttore]