Idee e soluzioni

Vivere e lavorare in un monolocale

Giulia Amoruso Giulia Amoruso

Ho raccontato quasi tutto, di Casa Lilliput, sin dall’inizio. Ci tenevo che i freelance all’ascolto sapessero che è davvero possibile vivere e lavorare in un ambiente di piccole dimensioni.

Qualche mese fa pubblicavo sulla mia gallery Instagram questa fotografia e raccontavo la mia avventura a Casa Lilliput, l’appartamento di 24mq in cui ho vissuto per un anno esatto.

Milano non è stata facile e nemmeno troppo gentile. Ho cercato in lungo e in largo per mesi e ogni volta che credevo di aver trovato la (mini)casa dei miei sogni qualcosa andava storto: il proprietario voleva garanzie che non potevo dare, saltava fuori che Toby non poteva venire con me (sì, succede ancora e spesso) o qualcuno me la rubava da sotto il naso alla velocità della luce.

Poi ho trovato lei: ho capito subito che sarebbe stata una sfida, ma le sfide mi piacciono davvero moltissimo e così ho deciso di lanciarmi.

Quando ho scelto questo monolocale, avevo già uno studio a Milano. Desideravo separare la vita privata da quella lavorativa e così è cominciata la mia ricerca. Ma anche se di giorno lavoravo in studio, mi capitava spesso di dover chiudere consegne a notte fonda o di dover lavorare durante i weekend, e desideravo poterlo fare da casa, in pigiama, sul divano (the perks of being a freelancer).

Ho chiesto aiuto a Giulietta, amica e architetto che lavorava accanto a me a Marenco 4, e insieme abbiamo costruito una microscopica casa in grado di soddisfare tutte le mie necessità da freelance.

Giulietta ha utilizzato alcuni principi di Feng Shui per organizzare i 24mq a disposizione facendo sì che gli ambienti, seppur nella stessa stanza, fossero perfettamente divisi.

La prima scelta importante è stata quella di inserire un letto a soppalco, per non confondere il giorno con la notte e il lavoro dal riposo. Giulietta ha anche suggerito di delineare ulteriormente le zone della casa aggiungendo del colore al 'piano di sopra'. Il soppalco è diventato un ambiente a sé, un pezzettino di cielo in cui rifugiarmi dopo una lunga giornata di lavoro. Al piano di sotto salottino, cucina e poi, vicino alla finestra, la zona ufficio che all’occorrenza si trasformava in sala da pranzo.

Abbiamo arredato Casa Lilliput con mobili e oggetti d’arredo di recupero, abbiamo costruito, riciclato e rimodernato, per dare nuova vita a cose che sembravano abbandonate.

Il periodo passato nel microlocale è stato speciale, e ho raccontato la sua magia in questo video per ricordarmi, una volta andata via, quanto sia importante dare il giusto peso alle cose e prendersene cura come fossero giganti, anche quando sembrano minuscole.

Vivendo in 24mq ho imparato tante cose, tra queste che qualunque luogo, anche quello che sembra più ‘ostile’ ed inospitale, può trasformarsi in casa, basta prendersene cura con amore e viverlo con il cuore colmo di gratitudine.

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Testi

Giulia Amoruso

Progetto

Giulietta Boggio Archidesign

Foto

Giulietta Boggio