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Bardelli Vetri Artistici: decorare con il vetro dicroico

Valeria Farina Valeria Farina

Siamo ormai in primavera e si ha voglia di avere attorno oggetti leggeri, colorati, quasi fiabeschi. Scopri con noi gli oggetti in vetro dicroico.

In questi mesi ho conosciuto Sara Zanoni, una donna che crea oggetti davvero incantati: complementi di arredo in vetro che cambia colore a seconda della luce che lo attraversa. Andiamo a scoprire Sara di Bardelli Vetri Artistici.

 

Ciao Sara, tu svolgi una bellissima professione: doni bellezza a ciò che di norma andrebbe buttato, ce lo racconti?
Realizzo oggetti, complementi d’arredo e bijoux in vetrofusione dicroica. Detto più semplicemente fondo il vetro normale trasparente con il vetro colorato dicroico dando vita così a tutte le nostre creazioni. In questo modo riesco a recuperare in modo artistico gli scarti di produzione dell’attività principale di famiglia che produce il vetro dicroico per utilizzi più industriali. Regalo una nuova vita artistica al materiale che andrebbe altrimenti buttato, perché ritenuto 'non idoneo' per un’altra produzione. Mi verrebbe da dire 'meno male che ci sono gli scarti!': diversamente io e Luisa (io sono la mente e lei il mio braccio) non potremmo dare vita alle nostre creazioni cangianti.

Parlavi di vetro dicroico, che cos’è esattamente?
Il vetro dicroico è un vetro 'magico', come amo chiamarlo io! Magico perché cambia colore se attraversato o meno dalla luce o se appoggiato su un piano chiaro o scuro. È realizzato da depositi di microfilm sottilissimi di metalli in alto vuoto: si utilizzano apparecchiature molto sofisticate per realizzare questi depositi. Sarebbe però impensabile produrre il vetro dicroico solo per l’utilizzo artistico perché ha alti costi di produzione. Pensa che per creare i miei oggetti fondo il vetro in forni che arrivano a temperature intorno ai 900°!

Quando hai iniziato a fare questo lavoro?
Circa 15 anni fa ho deciso di dedicarmi a questa seconda attività di famiglia, dopo aver esercitato qualche anno come architetto. È stata una decisione diciamo forzata, presa dopo qualche anno dalla diagnosi della sclerosi multipla che non mi ha più permesso di esercitare la libera professione perché era troppo stancante per me andare in cantiere e sostenere i ritmi serrati di uno studio di architettura.
Con questo lavoro invece riesco ad assecondare le esigenze del mio fisico e anche a creare 'del bello', per me è vitale circondarmi di 'bellezza'.

Quali sono le parole con cui descriveresti il tuo lavoro?
Creativo, affascinate, sorprendente e magico!

C’è qualche oggetto che ami particolarmente?
Le lampade, in loro il cambio colore è sorprendente! Se da accesa è rosa, spenta diventa verde…una vera magia che stupisce sempre chi per la prima volta le vede. Le amo a tal punto che ne ho progettate due di grandi dimensioni per la mia casa: sono entrambe di circa 120 cm di lunghezza e sono di sicuro le protagoniste della casa, dei pezzi d’arredo così caratterizzano l’ambiente in cui si trovano. Allo stesso modo però amo tutta l’oggettistica, anche quella più piccola.
Ho provato a contare quanti miei oggetti io abbia in casa: sono arrivata a 30!
Non posso di certo dire che non ami il mio lavoro!

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