Architetti & Designer

Architetti & Designer: Constance Guisset

Da ragazza la designer francese ha avuto esperienze nel mondo dell’economia e della politica, ma sentiva il richiamo dell’arte e del design. Finché un giorno arrivò un’offerta...

...quella di lavorare in veste di amministratrice nello studio dei fratelli Bouroullec, mentre da poco era entrata alla ENSCI, la Scuola di Design di Parigi. Il 2003 è l’anno della svolta. Il lavoro, quindi il diploma e, nel 2009, l’apertura del proprio studio. E, nel 2010, il primo successo, una super lampada...

In pochi anni, la sospensione Vertigo è diventata un’icona. Cosa la rende così speciale? «È difficile per un designer rispondere a questa domanda... Una volta che un oggetto esiste, appartiene a chi lo usa; sono loro che lo hanno reso un successo e che potrebbero dargli una risposta. Dai feedback che ricevo, credo che siano la leggerezza della lampada, unita alle sue dimensioni, la sua sensazione avvolgente ma non limitante e la sua delicatezza, a conquistare chi la usa».

Il suo è un design morbido e accogliente. Per scelta o per un’attitudine naturale? «Non saprei, ma di sicuro è una caratteristica del mio lavoro. Quel che è certo è che questa caratteristica è effettivamente presente ed è indubbiamente dovuta al mio processo creativo. Sono ossessionata dall'idea di accoglienza. Si tratta di accogliere al meglio i corpi, così come le menti, offrendo cose da vedere, usare e sentire. In tutti i miei progetti, cerco di mettermi nei panni dell'utente, di anticiparne i sentimenti e i bisogni».

Ha seguito un percorso atipico, passando dall'economia e da un impiego presso il Parlamento di Tokyo a una scuola di design all'età di 27 anni. Cosa ha motivato questo significativo cambiamento di carriera? «Sono arrivata al design attraverso una serie di passaggi, ma sono sempre stata un'amante del bricolage. Da bambina avevo una macchina per la lavorazione del legno e realizzavo ogni sorta di cose. Tutte le materie mi affascinavano, ma i miei studi mi hanno portato a una scuola di economia e poi a questo incarico in Giappone. È stata un'esperienza meravigliosa e l'influenza di quel periodo in Giappone rimane significativa nel mio lavoro. Ma ho capito subito che mancava qualcosa, un legame con l'arte, con la creazione. Avevo attività serali – pittura, scultura e così via – ma non erano sufficienti. All'istituto successivo, mi sono formata per lavorare in istituzioni culturali. Ma anche in questo caso, la frustrazione era troppo grande. Ho capito allora che volevo creare io stessa, non solo supportare gli artisti. Il design mi ha subito attratto per il suo lato artistico combinato con quello funzionale, ed è questa la strada che alla fine ho intrapreso».

Ha lavorato per sette anni nello studio dei fratelli Bouroullec. Oltre a loro, chi considera i suoi mentori, in termini di idee o semplicemente di persone che ha incontrato o con cui ha lavorato? «Ho avuto la fortuna di lavorare per i fratelli Bouroullec mentre studiavo design, come amministratore dello Studio. Ma non li considero i miei mentori, anche se ho amato quegli anni insieme e ho imparato molto. Mi hanno permesso di scoprire il funzionamento quotidiano di uno studio e di vederli all'opera. In realtà, sono molte le figure che mi ispirano quotidianamente, soprattutto quando ho l'opportunità di collaborare con altri creativi, che siano artisti visivi, coreografi, scrittori... Devo gran parte della mia vocazione di designer alla passione combinata per Bruno Munari e Isamu Noguchi, per il loro virtuosismo e la loro capacità di affrontare ogni tipo di progetto con umiltà».

Il movimento è un altro degli elementi fondamentali dei suoi progetti e lo esprime con le forme ma anche i colori... «Assolutamente sì, mi interessano molto i diversi modi di evocare il movimento, come se l'oggetto stesse per prendere vita. Il colore può svolgere questo ruolo, in particolare creando sottili variazioni, un ritmo, attraverso gradazioni o gradienti di colore, ad esempio».

Lei ama lavorare con le mani e crea i modelli dei suoi progetti. Il lavoro manuale ha ancora un ruolo nel design di oggi? «Credo che il gusto per il lavoro manuale sia ancora essenziale per qualsiasi aspirante designer. Per capire come funzionano gli oggetti, per innovare, bisogna amare il bricolage, smontare, rimontare, esplorare. La fase di modellizzazione rimane cruciale, perché permette di convalidare le proprie intuizioni e anche di risolvere problemi che sembrano irrisolvibili in 3D. Alcuni oggetti nascono addirittura dalla sola sperimentazione, come nel caso della lampada Vertigo».

È anche scenografa: nel 2019 ha progettato la scenografia per il Viaggio d'Inverno di Schubert alla Scala di Milano. Come designer, invece, c'è un tipo di oggetto che non ha mai realizzato e che le piacerebbe progettare? «Ho la fortuna di poter lavorare a progetti molto diversi. Sono interessata a cose nuove, a comprendere nuove sfide, nuove tecnologie e nuovi clienti. Questo amplia la mia prospettiva e aiuta tutti i progetti a progredire. Sono sempre curiosa di conoscere i progetti futuri. Mi piace l'idea di non sapere cosa mi riserva il futuro. In un campo diverso, mi piacerebbe molto progettare un ristorante o... creare un robot!».

Quest'anno ha creato anche una linea di occhiali colorati e originali. Come è nata questa collaborazione? «Questa collaborazione è stata avviata dall'azienda francese di occhiali Morel. Lavorano regolarmente con designer e architetti e mi hanno contattata direttamente. Ero entusiasta; anch'io indosso occhiali da sempre: sono il mio strumento più prezioso! E gli occhiali sono oggetti molto speciali, che bilanciano la massima intimità (un oggetto indossato a contatto con il corpo, in interazione con esso) e la massima apertura al pubblico (spesso sono la prima cosa che le persone vedono di noi). Li scegliamo perché riflettono chi siamo, ma anche perché rappresentano ciò che vogliamo dire di noi stessi. Grazie all'immensa competenza di Morel, abbiamo progettato una collezione piena di fluidità, con sfumature molto morbide. Anche qui, troverete i miei argomenti di ricerca preferiti!».

Intervista di Claudio Malaguti

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Tradizioni di Natale e charme nella villa vittoriana

Ci sono tutto il fascino british e il calore del Natale in questa antica dimora nel Sussex vestita a festa. Tra arredi mid-century e decori naturali, manca solo… Santa Claus!

Sognavano più spazio per la loro famiglia e una vita lontana dalla frenetica Londra. Così, quando Joanna e Mal Pratt hanno visto questa villa vittoriana nel Sussex l’hanno acquistata quasi d’istinto. La casa offriva loro il fascino dell’Ottocento e la comodità di vivere in un paesino con tutto ciò che serve a portata di mano: anche se non veniva ristrutturata da decenni, la coppia ha trasformato la magione in una calda e accogliente dimora, che nel periodo di Natale si accende di festa e magia.

Le scelte fatte

Battiscopa, stucchi, porte e camini in ghisa erano nascosti sotto strati di pittura. «Non desideravamo una casa troppo perfetta» dice Joanna, di professione interior designer. «Volevamo piuttosto calore, personalità e colori che rispecchiassero l’anima dell’epoca».

Il tocco di stile

L’arredamento è un elegante mix di mobili Mid-Century che convivono con dettagli vittoriani, tappeti vintage, tessuti indiani e legno rustico. «Mia nonna era antiquaria, così ho imparato molto presto ad amare e valorizzare le case d’epoca» rivela Joanna. A Natale tra camini accesi, decorazioni dal mood naturale e ceramiche di famiglia, la villa è un tripudio di... British Christmas!

styling Marisha Taylor - foto Brent Darby/Living Inside - testi Sara Peggion

11 idee per accendere la magia intorno al camino

Niente come un camino addobbato e acceso sa rendere speciali le emozioni e il calore delle feste natalizie. Ecco i nostri consigli per decorarlo

Se per creare l’atmosfera magica basta decorarne il mantello con un festone, le calze di Natale (o della Befana) e i soldatini Schiaccianoci portafortuna, per gestire bene il camino servono un set di attrezzi, contenitori per cenere, legna o pellet, fiammiferi lunghi e una pigna che, grazie a oli e resine, avvia fiamme spettacolari.

La shopping list

  • Festone sintetico Norway Spruce con stringa di luci a batteria [Balsam Hill, da cm 183 da € 125].
  • Calze Traditional Fair Isle lavorate a maglia, qui nei colori Red e Grey [Dibor, cm 18x44h € 25,95 l’una].
  • Contenitore con coperchio per la cenere del camino Port. In metallo verniciato, ha le maniglie rivestite in pelle e può essere usato anche come portalegna [Ferm Living, cm 24x22x25,3h € 99].
  • Portapellet con maniglia Sapel in cuoio rigenerato, qui nel colore nero. Ha una capienza di 15 kg [Limac Design, cm 35x26x63h € 267,18].
  • Set di 2 supporti con ganci in ghisa Tree per appendere le calze natalizie [Dibor, cm 13,5x12x21h l’uno € 46,95].
  • Camino Siena con cornice in pietra bianca bocciardata e con piano e riquadri lucidi [Palazzetti, 150x30x116h € 3.526].
  • Set di attrezzi per camino con supporto in ghisa Fireworks. Include spazzola in rovere, attizzatoio e paletta [Korbo, cm 11x22x60h € 267].
  • Portalegna Fiamma S in acciaio verniciato a polvere [CAFdesign, cm 37x24x32,5h € 132].
  • Candela con pigna d’abete per accendere il fuoco nel camino [Esschert Design € 13,60].
  • Fiammiferi per camino Apothecary [Chandler Studio, cm 18h da € 38].
  • Soldatino Schiaccianoci con suono e movimento [Max Factory, cm 39h € 11,99].

A cura di Paolo Manca

Pareti e pavimenti

Sos pavimenti: come arredare con il granito

Nicoletta Carbotti

Nicoletta Carbotti  •  Nicoletta Carbotti

Blogger CF Style

Diffusissimo negli Anni ’80, è ancora oggi presente nelle nostre case. Grigio, dalla texture puntinata e molto resistente, di solito è lucido, in formato orizzontale. Ecco a cosa puoi abbinarlo

Il granito si presenta come un materiale tecnico e freddo. La sua discromia e la puntinatura rendono complicata la scelta dello stile e degli arredi da abbinargli. Poiché è generalmente grigio, si può usare come base per mobili dalle tinte accese e per soluzioni di interior sofisticate.

Una strada è quella dello stile Bauhaus, una tendenza dell’arredo ‘senza orpelli’ che si ispira al movimento fondato da Walter Gropius a Weimar nel 1919 e che ha prodotto in seguito molti classici del design.

Scegli poltrone iconiche, magari in versione colorata, per accostarle a tavolini scultorei, tono su tono, e a una panca asciutta, nei colori primari. Il tappeto, così utile per mascherare un pavimento quando serve, potrà avere un disegno grafico di grande impatto visivo che dialoghi con le stampe in stile Bauhaus e con lampade essenziali, dal taglio tecnico.

La palette colore è costruita su due grigi freddi che possono essere usati per tagli geometrici sulle pareti e sui soffitti. Il colore rosso, abbinato agli altri primari, è di certo il protagonista della composizione.

Ispirazioni

Un cottage in stile industrial da copiare anche in città

L'atmosfera di campagna da adottare anche in città è quella che si sposa a elementi industrial: legno + metallo, nero e tocchi colorati (un inatteso turchese!)

Markéta e Jaroslav sono una coppia che ha realizzato il sogno di vivere nella natura della Selva Boema, in una casa moderna ma che rispecchia nello stile quello delle abitazioni rurali tipiche dei boschi al confine tra Cechia, Austria e Germania. «Sono entrata nel progetto quando la casa era allo stato grezzo – precisa Anke – c’erano soltanto le travi in legno del soffitto e i pavimenti. Tutto il resto è stato deciso con i proprietari».

Le scelte fatte

Markéta e Jaroslav, che vivono qui con il figlio, volevano una casa-cottage: il profumo del legno, il calore della stufa, la luce che filtra tra le travi oliate, un’atmosfera autentica... «Il progetto è nato in un mese – dice Anke – poi per terminare i lavori e tutti gli arredi sono occorsi più di due anni».

Il tocco di stile

È la presenza dei tanti dettagli in nero, inseriti come ‘tagli’ grafici nella predominanza del legno massello. E quella del turchese, tinta molto amata dai proprietari.

progetto Anke Glut/
Anke Glut Interior Design
foto Robert Tichý
testi Claudio Malaguti

News

Un progetto da sogno tra immaginazione e realtà

In occasione del suo 90° anniversario, Marazzi ha affidato alla designer d'interni inglese Charlotte Taylor un progetto 'futuristico': un render ultrarealistico di una casa che mette al centro le superfici ceramiche dell'azienda. Tra atmosfere italiane e poesia

Una casa senza committenza reale, pensata come progetto editoriale e di ricerca sull’abitare contemporaneo. 'Una casa immaginata' è il lavoro firmato dalla designer d'interni inglese Charlotte Taylor per Marazzi, realizzato in occasione dei 90 anni dell’azienda. Un interno completo, costruito ambiente per ambiente, in cui materiali, superfici e proporzioni diventano strumenti progettuali per raccontare un modo concreto di vivere gli spazi domestici.

Il cuore del progetto è lo studio, il primo spazio da cui prende forma l’intera casa. Qui domina un grande tavolo centrale, pensato per lavorare, disegnare, immaginare. L’arredo è ridotto all’essenziale: una libreria leggera corre lungo una parete, lasciando che la luce riempia l’ambiente. Le superfici sono opache e neutre, quasi a costruire una tela bianca. A terra, le piastrelle Crogiolo ArtCraft Argilla di Marazzi richiamano gli atelier degli artisti dell’Europa meridionale, con quel calore imperfetto della terracotta che ancora oggi sa raccontare il tempo.

Il soggiorno è uno spazio da vivere soprattutto la sera. L’atmosfera è raccolta, mai fredda. Il pavimento dialoga tra superfici in Slow Pomice e inserti effetto legno Vero Quercia, mentre al centro prende forma una zona conversazione che ricorda il design degli anni Settanta e Ottanta. Il tavolo in Crogiolo Terramater Cotto sembra una scultura. Le pareti, leggermente più scure rispetto agli altri ambienti, amplificano il senso di intimità e invitano alla sosta, all’ascolto, alla conversazione.

In cucina la cappa centrale e il bancone a ferro di cavallo evocano cucine di altri tempi, ma la scelta delle piastrelle nere Crogiolo Lume di Marazzi è moderna e attuale. La loro superficie lucida riflette la luce e restituisce profondità, mentre il pavimento in Mystone Limestone Sand schiarisce l’insieme. Le grandi lastre in gres effetto pietra, utilizzate per ante, mensole e top, completano un ambiente caldo e funzionale.

La camera da letto è concepita come uno spazio intimo e protetto, in cui la materia avvolge. Le piastrelle Crogiolo Terramater Cotto di Marazzi disegnano la testiera del letto e si estendono alla scrivania, alla mensola e al pavimento, creando una continuità che attraversa l’intera stanza. Di fronte al letto, una panca integrata riprende lo stesso materiale.

In bagno vasca e doccia sono rivestite da piastrelle verdi rettangolari Crogiolo Lume di Marazzi, scelte per le loro sfumature cangianti. Il verde, riflesso dall’acqua e dalla luce naturale, costruisce un dialogo diretto con il paesaggio esterno. La finitura lucida rafforza la sensazione di pulizia, trasformando il bagno in un luogo quasi contemplativo.

All’esterno, la casa si apre al paesaggio. I riferimenti sono quelli delle colline toscane, dei gradini che scendono verso la piscina, degli spazi aperti vissuti lentamente. Le superfici in Mystone Travertino20 Navona di Marazzi accompagnano il passaggio dalla panca alle scale, fino all’acqua, in una continuità visiva e materica che annulla il confine tra dentro e fuori.

«In questa casa immagino viva un architetto o un collezionista d’arte» dice la designer Charlotte Taylor. «Tendo sempre a creare personaggi di finzione quando progetto case immaginarie e devo trasformare uno spazio – che esista davvero o solo nella mia fantasia – in qualcosa di tangibile. Gli spazi dovrebbero prendere forma, adattarsi e crescere attraverso le persone che li abitano»

Le immagini della gallery sono tratte dal volume "Marazzi Under the Skin. Dalla superficie all'essenza dell'abitare" a cura di Studio Blanco e Cosimo Bizzarri.

Nella villa danese, decori pastello fai-da-te per addobbare anche case piccole

Cerchi spunti per addobbare con stile anche ambienti piccoli? Ispirati alla creatività di Signe: decori sospesi, mini alberelli, ghirlande e fiocchi da appendere... La sua casa è una miniera di idee!

Nell’attesa del Natale la villa del 1903 a Fredensborg, nel nord della Danimarca, si veste per il giorno più bello. «Sono i gesti più semplici che rendono unica la magia di questo periodo» dice Signe Strunge, designer. Signe vive qui con il marito e le figlie Vilja e Alva.

Il tocco di stile

«Scrivere i biglietti d’auguri, intrecciare una ghirlanda, realizzare a mano gli addobbi. Quest’anno, con tessuti di recupero di vecchie lenzuola e scampoli di cotoni da patchwork, ho realizzato coloratissimi fiocchi da appendere alle porte e alle finestre. Mi piace mixarli con gli addobbi vintage, ricordi di famiglia, e i decori collezionati negli anni».

Le scelte fatte

Come da tradizione, all’inizio di dicembre uno scenografico e tanto atteso (dalle bambine) calendario dell’Avvento sospeso decora la scala all’ingresso. È una gioia scartare insieme i doni ogni giorno in attesa del Natale! Alle amiche creative che chiedono come dare un tocco décor anche alle stanze più piccole, Signe dice di alzare lo sguardo: le sospensioni, un arco, una ringhiera, le porte e persino i quadri si vestono a festa grazie a nastrini, rami e palline. Il calore delle candele e il brillio delle catene di lucine alla finestra o su uno specchio creano la magia del Natale, insieme a ghirlande benaugurali. Tocchi di stile facili da copiare!

LA GHIRLANDA DI TESSUTO Per realizzarla, cuci tre coppie di strisce di tessuto di cotone fantasia, diritto contro diritto. Rivolta le strisce al diritto, crea l’imbottitura con la caldina e cuci le estremità. Da un lato cuci tra loro le estremità dei tre tubolari, quindi annodali formando una treccia. Chiudi la ghirlanda a cerchio cucendo tra loro le altre estremità dei tubolari. Annoda un fiocco di velluto sulla ghirlanda e fissa sul retro un nastro per appenderla.

I FIOCCHI IMBOTTITI Con una striscia di tessuto di cotone fantasia crea un sacchettino: piega verso il centro i lembi del rettangolo di tessuto, sormontandoli, e cuci i lati aperti. Rivolta al diritto, dall’apertura centrale e, con un uncinetto, apri bene gli angoli. Imbottisci con la caldina a fiocchi (è la stessa che si usa per gli interni dei cuscini), in modo che la striscia diventi compatta. Chiudi con la colla a caldo l’apertura e annoda al centro un nastrino, per creare il fiocco.

FIOCCHI DÉCOR Chiudipacco per decorare i tuoi regali, segnaposto per le mise en place più belle o da appendere alle porte, come simbolo di festa. I fiocchi fai-da-te cuciti con avanzi di tessuti tinta unita o fantasia (quelli Liberty sono super chic!) sono l’idea facile per la casa. Un’alternativa ai classici festoni o alle ghirlande di perle per l’albero? Appendi fiocchetti di raso o velluto nei toni pastello.

IL COFFEE-TABLE DÉCOR Allestisci un angolo cozy per gli ospiti: dolcetti, bon bon, caramelle e praline in coppe vintage. Aggiungi piccoli decori, come una stella di carta o i tuoi addobbi più belli, qualche rivista e completa con la luce di una candela. Il Natale è qui!

LA MISE EN PLACE VINTAGE CHIC Sinfonia in bianco, blu, rosa e bordeaux per la tavola delle Feste: tutte stoviglie vintage mixate con gusto. Da copiare i vecchi candelieri segnaposto, diversi tra loro, tutti decorati con un nastrino. Vuoi copiare la corona dell’Avvento (qui sopra a destra) da mettere a centrotavola? È realizzata con fiori stabilizzati, nei toni del rosa e del fucsia. Come base usa una ghirlanda di spugna da fiorista o di polistirolo. Posiziona prima i portacandele, poi infila i fiori a mazzettini. Parti dalla base, coprendo perfettamente la ghirlanda, quindi prosegui alternando i fiori. Completa l’insieme decorando con i nastrini.

TOCCHI DI STILE La base azzurro ghiaccio e malva che veste la stanza di Signe si accende in inverno con il calore della tinta cannella. Anche qui entra il Natale, con piccoli tocchi che creano la giusta atmosfera, come le palline appese alla finestra e i mini alberelli addobbati appoggiati qua e là. Non può mancare un vasetto con rami di pino, bacche o agrifoglio, che fa subito festa. L’idea easy da copiare? I quadri decorati: con un nastro, una stella o rametto, fanno décor in un attimo!

LA PALETTE COLORE La palette per il Natale scelta da Signe gioca con le tinte pastello del rosa e dell’azzurro, con tocchi di fucsia e bordeaux. Fa atmosfera il luccichio dell’oro e dell’argento, con le nuance di verde dei rami di pino e cipresso di ghirlande e festoni.

LA GHIRLANDA
occorrente: √ ghirlanda di base di rami intrecciati √ rami di cipresso √ filo di ferro √ tronchesi √ nastrini √ forbici
come si fa:
1. Taglia i rametti di cipresso (puoi usare quelli naturali e quelli artificiali) e raggruppali in mazzolini.
2. Legali alla base con il filo di ferro sottile e fissali alla ghirlanda. Lavora in senso orario e sovrapponi i mazzolini tra loro per non lasciare spazi vuoti. Stringi bene il filo di ferro e nascondi le eccedenze tra i rami della ghirlanda di base.
3. Realizza con i nastrini colorati di raso e di velluto tanti fiocchetti. Lascia le estremità più lunghe poi fissali ai rami di cipresso con il filo di ferro.

foto Tia Borgsmidt/House of Picture/Living Inside – testi Elisabetta Viganò

Prima & Dopo: una palette a tinte forti per ridare carattere alla casa

Abbinando burgundy, senape e petrolio, Vanessa Pisk ha dato brio e personalità a una villa fuori Milano. Scopri come sono state utilizzate queste nuance avvolgenti e come hanno trasformato lo stile dell'abitazione

Un vero colpo di fortuna: quando Valeria e Stefano decidono che il trilocale in cui abitano è troppo piccolo per loro, si imbattono in questa villetta degli Anni ’70 alle porte di Milano ristrutturata una decina di anni prima. Non ci sono grossi lavori da fare perché i materiali sono di pregio e tanti arredi realizzati su misura.

Dopo l’acquisto, però, l’insieme risulta un po’ troppo anonimo e da appassionata lettrice di CasaFacile Valeria non ha dubbi: «Ho subito pensato che Vanessa Pisk e il suo team potessero aiutarci a dare più personalità a questi ambienti per renderli davvero nostri» ci racconta.

Le scelte fatte

«Gli spazi erano già divisi piuttosto bene», dice Vanessa, «quindi il nostro è stato un lavoro di restyling sia degli ambienti sia di alcuni mobili nelle parti rovinate (come il bancone della cucina) o che creavano pesantezza». Insieme a Valeria optano per una palette con nuance importanti ma avvolgenti e raffinate per la zona giorno: il verde petrolio, con cui sono state rivestite quasi tutte le pareti e i controsoffitti, abbinato a un caldo burgundy posato su elementi fissi come il pilastro centrale e le quinte della cucina. Il tutto esaltato da tocchi senape sui tessili. Nelle camere i toni si fanno più soft: un rosa caldo nella matrimoniale, un blu polveroso in quella del figlio Matteo.

Il tocco di stile

Nella veranda affacciata sul giardino tutto parte dal pianoforte a coda di Stefano che detta l’uso del nero per il tavolo abbinato a sedute color miele en pendant con il parquet in rovere.

A cura di Studio Pisk - foto Giandomenico Frassi - testi Elena Favetti

Icone & figli

Icone & figli: la sedia sospesa

Due tubi d’acciaio saldati a formare una linea curva continua che è base, seduta e schienale allo stesso tempo: ecco la geniale sedia a sbalzo che ha rivoluzionato il mondo del design, nata in quel magnifico laboratorio di idee che fu il Bauhaus...

«Perché quattro gambe quando due sono sufficienti?» dice l’artista Kurt Schwitters nel 1927 quando vede le prime sedie a sbalzo alla mostra Werkbund al Weissenhof di Stoccarda. Sedie al plurale perché in quell’occasione ne sono presentate 3: una di Mart Stam, una di Marcel Breuer e una di Mies Van Der Rohe... E per determinarne la paternità ci fu un processo vinto dal meno noto, Stam.

Pare infatti che la primissima versione egli l’abbia realizzata nel 1925 per la moglie incinta, alla quale voleva regalare una sedia comoda, resistente ma leggermente molleggiata e che l’abbia creata con tubi del gas collegati da flange idrauliche eliminando, di fatto, le gambe posteriori e usando fasce di cuoio per seduta e schienale.

La Cantilever, o S 33, è ancora oggi prodotta – da Thonet – e dopo quasi 100 anni continua a ispirare designer e aziende che l’hanno riformulata cambiandole spesso declinazioni, materiali e colori.

CANTILEVER
designer: Mart Stam
anno: 1926
Il primo prototipo fu fatto con tubi del gas, il primo schizzo della versione definitiva fu realizzato sul retro del cartoncino di un invito di nozze: forse il segreto di un’icona sta proprio dietro la creatività pratica del suo ideatore.

testi di Elena Favetti