Case dei lettori

Ristrutturare una casa d'epoca e… scoprire i soffitti affrescati! 

Storia di una casa d'epoca ristrutturata recuperando soffitti affrescati e pavimenti in cementine

Ci scrive Laura raccontando la storia della sua casa. È così bella che non potevamo che pubblicarla qui! Ed ecco il racconto di come l'hanno trovata e ristrutturata...

«Qualche anno fa stavamo cercando una nuova casa per allargarci e avere più spazio, come spesso succede ad una coppia dopo qualche anno di convivenza in un bilocale. Io miravo alla casa grande con giardino ma i costi erano troppo elevati, mio marito quasi per sfida iniziò a cercare su internet tutti gli appartamenti nella nostra zona sotto i 100.000 euro. Ovviamente nell’elenco di ricerca compare di tutto, soprattutto stamberghe improponibili, ma al di poco fuori dei parametri indicati appare quella che sarebbe stata la nostra casa del cuore. Le foto sull’annuncio mostravano un vano scale affrescato con degli iris liberty e una serie di stanze degli Anni ‘50. Decidiamo di andare a vederla, era la seconda che vedevamo da quando era iniziata quest’impresa.

Naturalmente è amore a prima vista. La casa, dei primi del Novecento, si trova all’interno di una piccola palazzina. I precedenti proprietari non avevano mai fatto interventi di nessun tipo, una fortuna per ciò che si proponeva davanti a noi, sicuramente meno per le nostre finanze. Le porte in legno a doppio battente con i gigli satinati, le finestre con gli scuri interni e le maniglie a cremonese, il finestrone in ferro e vetro tra le colonne in mattoni, il camino, il pavimento a scacchi in graniglia, la vasca in ghisa con i piedini a leone, le stanze ampie di una volta ci hanno convinto da subito nella nostra scelta.

Una volta nostra, il primo pensiero è stato di verificare la presenza di decorazioni nei soffitti. La mia esperienza come architetto specializzato in restauro e quella di mio marito impiegato in biblioteca nella sezione archivi storici non è stata inutile.
Gli affreschi nel vano scale ci avevano insospettito e siccome il nostro ingresso anticamente doveva essere un loggiato esterno, poi con il tempo chiuso e inglobato nell’abitazione, abbiamo chiamato due restauratori per dei saggi d’indagine.
Quel sabato mattina me lo ricordo ancora. Silvia e Mauro, sopra un trabattello con un bisturi che grattavano, e ogni volta che grattavano usciva un colore, una forma, una linea. Ogni stanza aveva un suo disegno, un suo colore che non potevano essere ignorati. L’intervento di ristrutturazione è stato indirizzato da questa sorpresa inattesa.

L’appartamento, formato da un soggiorno, una cucina, un bagno e quattro camere, non è stato volutamente stravolto nella sua distribuzione ma semplicemente adattato alle nostre nuove esigenze. Le nostre richieste sostanziali erano di avere una cucina abitabile, uno studio per me, che potesse diventare la sede della mia attività e uno spazio per mio marito che voleva una scrivania dove esporre le sue pipe.

Le prime due stanze utilizzate come soggiorno e cucina sono diventate un unico spazio, grazie all’apertura di un portale di 2 metri, da utilizzare come salone e sala da pranzo. La camera da letto comunicante con la ex cucina è diventata il mio studio, con accesso diretto dal soggiorno. Il bagno con la vasca in ghisa è stato totalmente rifatto negli impianti e nelle finiture. La camera ad angolo è diventata la nuova cucina con un bel soffitto in cannucce dipinto di rosa e grigio. Le altre due stanze, già utilizzate come camere da letto, così sono rimaste, modificando solo l’ingresso della piccola stanzetta per ampliarla, ora di nostro figlio Giovanni.
Un’amica poco tempo fa mi ha chiesto cosa mi piacesse di più di questa casa, la mia risposta è stata questa: la luce, la luce morbida, calda che si riflette nei colori del soffitto e del vecchio pavimento. E poi le porte, la signorina sdraiata con il tramonto del soggiorno, la rosa gialla dello studio».
 

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